martedì 1 marzo 2011

Procurade, il vino con l'Alvarega di Ozieri - Sardegna

PROCURADE, IL VINO CON L’ALVAREGA DI OZIERI.
Un’operazione di “archelogia enologica” quella compiuta dall’Associazione Alvarega di Ozieri, nel centro nord Sardegna. Nato nel 2003 il sodalizio di viticoltori ed amatori ha recuperato presso le vigne più antiche le ultime marze di una varietà data ormai per scomparsa. E’ riuscito ad impiantare un vigneto ed ora mette in distribuzione il vino con uve “ALVAREGA”.    

UN VINO ANTICO : L’ALVAREGA DI OZIERI.
Il vocabolario ampelologico sulle varietà di vite coltivate in Sardegna, scritto da Alberto Cara nel 1889 e pubblicato nel 1903, alla voce Alvarega recita: (bianca greca) segnatamente in Ozieri – varietà di vite, ad uva bianca ad acini rotondi. Un’uva quindi che si coltivava in grandi quantità nelle colline ozieresi. 

Stiamo parlando di un vino antico, custodito gelosamente dalle famiglie nobile ozieresi che lo producevano nei vigneti dei colli che circondano il centro del Logudoro.

La tradizione enologica di questo territorio fonda le sue origini nell’antichità. Nei Nuraghi di questa zona sono stati rinvenuti vasi askoidi (presenti nel locale museo archeologico), in uno di questi i ricercatori sardi hanno riscontrato acido tartarico. Un fatto che secondo gli esperti contribuisce a confermare le nuove teorie che identificano la Sardegna come terra di domesticazione della vite selvatica e quindi di esportazione di viticoltura nel mondo.  

Per cercare di conoscere la vera natura del vitigno Alvarega, è stato avviato dall’Associazione viticoltori senza fine di lucro e dall’Agenzia Regionale Agris Sardegna, uno studio specifico. 
Le analisi genetiche sul vitigno hanno dimostrato che si tratta di un vitigno unico e autoctono dell'Isola di Sardegna.

I risultati sono stati presentati al Convegno Nazionale di Viticoltura di Asti nel 2012.

Dopo 15 anni dai primi studi, l'Alvarega è stato riconosciuto dal Ministero dell'Agricoltura come vitigno autoctono sardo e unicum e quindi iscritto nel 2018 nel registro nazionale.


ALVAREGA, ORIGINALE E COMPLESSO. UN BIANCO CHE ESALTA I PIATTI DI PESCE O FUNGHI E SA GREVIERA.
L’Alvarega è un vino bianco molto caratteristico, ricco di una forte identità che lo distingue dagli altri vini bianchi prodotti in Sardegna. All’analisi organolettica si concede, di colore giallo paglierino, con sentori di albicocca secca, mandorla amara e crosta di pane; al gusto, secco, caldo, morbido, sapido e minerale, il tutto in perfetto equilibrio con i suoi 13 gradi alcol. Grazie alla sua interessante struttura si accosta con armonia ai formaggi di media stagionatura, e in particolare con Sa Greviera tipica di Ozieri,  ai piatti a base di aragosta, astice o ricci, e con pietanze di mare in genere. Inoltre si sposa alla perfezione con i funghi porcini crudi, arrosto o in tegame, e con tanti altri primi o secondi piatti a base di funghi, nonché, con pietanze di carni bianche, in umido o arrostite.

The wine with the antique “Alvarega” of Ozieri, …son of his land.

History - Alvarega of Ozieri, a rare and antique grape variety.
Is the wine made with the rare and aged grape variety “Alvarega” of Ozieri, located in the north-centre of Sardinia. This variety was already mentioned in the Vocabulary of Ampelology of grape varieties cultivated in Sardinia, written in 1889 by Alberto Cara and published in 1903.
An antique wine, held as sacred by the noble families of Ozieri, who produced it in the vineyards of the hills and used to call it “The ladies wine” because of its finest taste.
The oenological tradition of this land bases its origins in the ancient times. In the Nuraghi (type of megalithic building) of this area, some “Askoidi Vases” have been found dating 900 b.C. (now in the local archaeological museum). In one of these vases, the Sardinian’s researchers discovered the presence of Tartaric Acid. This fact, according to the experts, confirms the new theories that identify Sardinia as a domestic land of wild life as well as a centre of viticulture exportation in the world.
In the early 2000s, in order to recover this variety of grape almost extinct, it was organised an operation of “oenological archaeology” consisting on the research of the lasts stumps and the implantation of new vineyards.
After 15 years of studies and resarch, Alvarega was recognized by the Ministry of Agricolture as a native Sardinian and unicum wine and therefore registred in the national register in 2018.


Informazioni

Associazione Alvarega
Via Petrarca 1
07014 OZIERI (SS) Sardegna
ozierialvarega@tiscali.it
3466224739 – 3406672793 - 3292509898

20 commenti:

  1. Dopo 10 anni di lavoro, finalmente nel 2012 riusciremo a certificare l'Alvarega di Ozieri consentendo così la valorizzazione di un vitigno sardo che era destinato ad estinguersi.
    Salute a tutti.

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  2. «Un piano di sviluppo dei vitigni autoctoni»
    12 aprile 2011 - Economia e finanza – L’Unione Sarda
    La Sardegna protagonista all'interno di Vinitaly, che ha chiuso i battenti ieri. L'ottimismo diffuso fra le cantine per un ritorno al grande interesse per il vino italiano, contagia anche i produttori isolani. Il padiglione della Sardegna è stato fra i più visitati e non ha risentito degli effetti del gran caldo che ha soffocato alcuni stand.
    L'assessorato regionale all'Agricoltura ha messo in campo una task force di tecnici, sommelier, enologi, cuochi, per coinvolgere i contesi buyers del comparto. Giovedì notte un cena di gala e poi una serie di degustazioni guidate. Quindi la premiazione con il Can Grande, attribuito alla Cantina Meloni di Selargius, pioniera in Sardegna della viticoltura biologica. L'attenzione che è stata riservata alle grandi aziende leader dell'Isola, che hanno trainato il mercato, e ai vitigni più ricercati, vermentino e cannonau fra tutti, lascia spazio anche ai tanti piccoli produttori (73 gli stand presenti nello spazio istituzionale della Regione) che esprimono una ricchezza di varietà, difficilmente riscontrabile in altre regioni. Vernaccia, Malvasia, Nasco, Monica, Carignano, Cagnulari, Muristellu, Semidano e altri piccoli tesori ancora da valorizzare e oggetto di ricerca, con produzioni di nicchia.
    LE CANTINE Ecco allora che fra il parterre dello stand Sardegna, fra una visita di operatori tedeschi, giapponesi o italiani, si apre il dibattito sul futuro del vino sardo. «Se ci fosse un piano strategico di sostegno e promozione dei vini sardi - afferma Tonino Arcadu della Gostolai di Oliena - partendo da quelli autoctoni, ci sarebbe una ricaduta straordinaria per le zone interne e rurali della Sardegna, con un consistente movimento turistico legato alla cultura che ruota attorno alle vigne e alle cantine». Un salto di qualità nei tanti paesi, capace di invertire i fenomeni spopolamento e fuga dei giovani. C'è comunque ottimismo fra i produttori. La speranza è che quanto vissuto al Vinitaly si traduca in atti concreti. «Siamo contenti per come è stato accolto il nostro Carignano - dicono i soci della 6 Mura di Giba - crediamo nel nostro progetto che vuole rappresentare un valore di crescita per il Sulcis». Entusiasmo anche per il successo del vermentino delle Tenute Olbios. «Forse la Sardegna ha avuto un'attenzione maggiore di tante altre regioni». E la rinnovata linea della cantina di Monserrato rispecchia la crescita in atto. «C'è richiesta per vermentino e cannonau - dice l'enologo Paolo Cardu - ma con le nuove produzioni puntiamo anche sul nostro Nasco». ( r. s. )

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  3. NOBILE TOLA AL VINITALY
    Era presente anche il Nobile Tola al Vinitaly di quest’anno. Ospite della cantina Gostolai di Oliena, il vino con la rara Alvarega di Ozieri è stato ritenuto molto interessante da parte di diversi sommelier e addetti ai lavori. Il vino ovviamente non ha potuto partecipare al concorso in quanto ancora non è riconosciuto fra le varietà autirizzate dalla Regione Sardegna. Limite che si cerca di superare tramite il progetto di certificazione che stanno portando avanti Agris Sardegna e Associazione Alvarega e che dovrebbe concludersi nel 2012.

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  4. L'ASSESSORE REGIONALE MARIANO CONTU E IL DIRETTORE DI LAORE ANTONELLO USAI APPREZZANO IL NOBILE TOLA
    Nel corso dell’inaugurazione della Fiera di Ozieri del 15-17 aprile 2011, l’Assessore Regionale all’Agricoltura Mariano Contu e il direttore dell’Agenzia Laore Antonello Usai hanno espresso giudizi lusinghieri sul Nobile Tola ed apprezzato in particolare l’originalità del vitigno Alvarega di Ozieri. Il Nobile Tola è stato anche uno dei vini protagonisti della degustazione guidata di abbinamento vini-formaggi, curata da Antonella Casu e Giovanni Denanni dell’Agenzia Laore.

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  5. IL NOBILE TOLA SULLE NEWS DI EPULAE
    Sul giornale di Epulae, l’Accademia Internazionale per la Formazione di Maestri Sommelier Enogastronomi Esperti Degustatori e per la Promozione della Cultura Enogastronomica e dell'Analisi Sensoriale degli Alimenti si parla del Nobile Tola.Vedi il giornale su www.epulae.it/giornale/index.asp .

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  6. IL NOBILE TOLA E IL RECUPERO DELL’ALVAREGA DI OZIERI NEL PROGETTO “IL CIBO E LA MEMORIA” PROMOSSO DALL’ISTITUTO ALBERGHIERO DI SASSARI.

    IL NOBILE TOLA HA ACCOMPAGNATO I PIATTI PROPOSTI DURANTE LA CENA DI GALA DI PRESENTAZIONE DELLA RICERCA.

    Nell’ambito di un interessante progetto dedicato a “Il cibo e la memoria” promosso dall’Istituto Alberghiero di Sassari è stato inserito anche il Nobile Tola e il recupero del vitigno Alvrega di Ozieri. Uan intervista ai soci dell’Associazione Alvarega è stata raccolta e pubblicata nei testi che raccoglieranno il lavoro di ricerca. Guidati dagli insegnanti Susanna Loche e Lorenza Masala (Lettere), Antonio Corona (Laboratorio di Cucina), Maria Vittoria Pintore (Scienze degli Alimenti) e Pierluigi Bartoli (Laboratorio di Sala Bar) gli studenti hanno effettuato interviste sulla memoria del cibo, le tradizioni eno gastronomiche dei primi del secolo scorso.
    Il lavoro è stato presentato nel corso di una cena di gala, nella quale sono stati proposti piatti della tradizione, accompagnati dal Nobile Tola.

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  7. NOBILE TOLA: UN VINO FIGLIO DELLA SUA TERRA, MASCHIO E ROBUSTO.

    Su Corriere del vino il noto sommelier Paolo Valdastri – Direttore del Consorzio Bolgheri, Socio Fondatore del Movimento del Turismo del Vino, collaboratore di guide come Gambero Rosso o Slow wine, profondo conoscitore dei vini di tutto il mondo, ha pubblicato nell’ambito di un pezzo intitolato “Qualche vino per l’estate”, una sua valutazione del Nobile Tola.

    “Associazione Alvarega – Nobile Tola. Un’interessante operazione per la rivalutazione di un vitigno in via di estinzione: l’Alvarega.
    Lo troviamo citato nel vocabolario ampelografico di Alberto Cara nel 1903 sotto il nome di bianca greca: “varietà di vite ad uva bianca ad acini rotondi”.
    Qualche anno fa, nel 2004 precisamente, otto amici di Ozieri hanno deciso di riportare in vita questo vitigno un tempo fortemente radicato nel Logudoro. A loro spese hanno impiantato una vigna nei terreni degli eredi di Leonardo Tola, uomo d’armi che partecipò all’assedio di Granata nel 1492. Qualche anno dopo sono uscite le prime 1500 bottiglie con l’etichetta Nobile Tola, dove il personaggio è raffigurato in un dipinto di Aligi Sassu.
    L’annata 2010 è stata prodotta con il contributo di Tonino Arcadu della Cantina Gostolai e da Paolo Cardu, cantina di Monserrato.
    Ha colore paglierino carico. L’impatto olfattivo non è dei più complessi: l’alcol copre un timido frutto secco che ricorda la mandorla. Poi si percepiscono sentori di erbe secche e tè.
    In bocca è ancora l’alcol a dominare, con un buon contrasto da parte di una forte componente sapida, quasi minerale. Le note di mandorla amara chiudono un profilo gustativo forte e austero.
    Un vino figlio della sua terra, maschio e robusto e che non si concede molto alle sfumature. Un vino da assaporare nei suoi luoghi di produzione, assecondato dai profumi e dai sapori del luogo.
    Viene consigliato un abbinamento con pecorino di media stagionatura, e con Sa Greviera, formaggio vaccino dalla tipica occhiatura dovuta al batterio propionico diffuso nella piana ozierese. Poi con astice o ricci o con i porcini crudi.”
    di Paolo Valdastri

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  8. Grande sorpresa .Visitando Ozieri ho potuto degustare questo nobile vino in piccolo ristorante all'interno di un vecchio convento francescano. Lo schef ha abinato a questo originale vino un piatto tipico Ozierese .Sa panafittas.Rittagli del più famoso pane spianata di OZ. fatto a mò di pasta che condito ,udite udite,con arselle e pomodorini.ECELLENTE tutto l'abinamento.Complimenti ad Ozieri.

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  9. Lunedì 24 ottobre 2011 – L’Unione Sarda
    Entro l'anno prossimo dovrebbero concludersi gli studi per la certificazione delle uve.


    VENDEMMIE FINITE, SI PROFILA OTTIMO IL RACCOLTO PER LE COLLINE DELL'ALVAREGA.


    Sarà un ottima annata per l'Alvarega di Ozieri. Dopo la conclusione avvenuta nei giorni scorsi delle vendemmie, una prima valutazione del raccolto consente di poter esprimere ottimismo, anche se ancora c'è da aspettare.
    BUONA QUALITÀ Nonostante il calo di produzione attestato sul 10 per cento, si è registrata una buona qualità. Per l'associazione Alvarega, da dieci anni impegnata nella valorizzazione del raro vitigno ozierese, l'andamento stagionale ha determinato problemi vegetativi in agosto, ma una buona maturazione a settembre e ottobre.
    «I terreni poveri e minerali e le escursioni termiche presenti nelle nostre colline - sostiene Basilio Piga, presidente dell'Associazione di viticoltori dell'Alvarega - dovrebbero favorire per il nostro Nobile Tola una annata di ottima qualità, con interessanti profumi, struttura e carattere».
    TRADIZIONE Anche quest'anno si è deciso di evitare i lieviti selezionati industriali e di utilizzare i lieviti derivati dalla stessa uva Alvarega, per esaltare l'originalità del vitigno. «Il nostro impegno è quello di promuovere l'Alvarega - dicono i soci - e cercare in questo modo di inserire il vino fra le produzioni autoctone di qualità».
    INSEGUENDO LA CERTIFICAZIONE Nel 2012 dovrebbero concludersi gli studi per la certificazione del vitigno, portati avanti ininterrottamente da tre anni insieme al centro Agris di Villasor. Dalle prime analisi risulta un vitigno unico e che quindi può arricchire le varietà autoctone riconosciute in Sardegna. Un passo concreto verso la valorizzazione dell'Alvarega di Ozieri, che dopo aver rischiato di scomparire, può rappresentare una risorsa importante per l'evoluzione della produzione enologica nel territorio.
    VITIGNO UNICO «Già nel 2010 abbiamo registrato apprezzamenti per il Nobile Tola - dicono i soci dell'Alvarega - la nostra è una associazione no profit, ma ci auguriamo che far conoscere le qualità dell'Alvarega, un vino unico ed originale, che si inquadra fra i bianchi secchi complessi legati ad un particolare terroir, possa creare nuove opportunità di sviluppo».

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  10. Successo del Nobile Tola alle Degustazioni letterarie .

    “Mi iscrivo anch’io fra gli estimatori del Nobile Tola – ha affermato Antonella Usai del Museo del vìno di Berchidda , Enoteca sarda - l’ho trovato con profumi intensi e sentori caratteristici e buona struttura. Un cammino interessante questo del recupero del vitigno alvarega di Ozieri che vi auguro di proseguire seguendo questa strada.”

    L’iniziativa rientrava nell’ambito del calendario di serate in ristoranti e locali pubblici dedicati alla letteratura, con letture, incontri con gli autori e reading musicali, si è svolto il 13 marzo, al ristorante La Torre, l’incontro con Gustavo Pratt. L’autore ha letto alcuni brani del suo ultimo libro «Scrittori à la Carte. La nouvelle cuisine della letteratura sarda», accompagnato dalle musiche di Gavino Fonnesu e Antonio Pitzoi. In tavola sono stati serviti alcuni piatti dedicati a diversi scrittori sardi. Dalla gioga minuda e antunna alla maniera di Alberto Capitta e al polpo in agliata alla maniera di Paola Alcioni, per passare quindi al risosotto neroseppia alla maniera di Flavio Soriga e alla grigliata di tagli di manzo con purea di fave alla maniera di Giorgio Todde. A chiudere la crostata ai frutti di bosco alla composta di fichi e castagne alla maniera di Annalisa Ferruzzi . Il tutto accompagnato dai vini raccontati da Antonella Usai del Museo del vino di Berchidda, che ha proposto in particolare Il Nobile Tola con l’alvarega di Ozieri. “Mi iscrivo anch’io fra gli estimatori del Nobile Tola, che ho trovato con profumi intensi e sentori caratteristici e di buona struttura. Un cammino interessante questo del recupero del vitigno alvarega che vi auguro di proseguire così.”

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  11. Presentata da Agris, al Convegno Nazionale di Viticoltura di Asti, la ricerca che conferma il vitigno Alvarega di Ozieri come autoctono sardo, con una entità genetica distinta e un vino con caratteri di tipicità.


    Il 10, 11 e 12 luglio 2012 è stata presentata al CONAVI – Convegno Nazionale di Viticoltura – che si è svolto ad Asti, la ricerca curata da Agris Sardegna sull’Alvarega di Ozieri. Gli studi durati tre anni, dal 2009 al 2011, condotti con la collaborazione dell’Associazione Alvarega di Ozieri, hanno consentito di appurare con descrizione ampelografia, datazione epoche fenologiche, parametri produttivi, produzione del mosto, microvinificazioni, analisi chimica, valutazione sensoriale del vino, analisi DNA con 11 marcatori microsatelliti, che l’Alvarega di Ozieri è una entità genetica distinta. Inoltre il vino prodotto evidenzia caratteri di tipicità. La ricerca consente quindi ad Agris di poter avanzare la richiesta perché l’Alvarega di Ozieri sia riconosciuta ed inserita nel Catalogo Nazionale della Varietà di Vite. Di fatto si potrebbe cosi stabilire ufficialmente che è un vitigno autoctono sardo ed il vino prodotto potrebbe finalmente presentare in bottiglia l’indicazione di Alvarega di Ozieri.

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  12. Sorprende il Nobile Tola a Londra. Presto in una degustazione guidata per esperti e giornalisti del settore.

    Una sommelier ed esperta dei prodotti di qualità, che opera a Londra, ha avuto modo di degustare il Nobile Tola e quindi l’Alvarega di Ozieri. Ha portato un campione in Inghilterra e ci ha scritto questa sua valutazione:

    “Immagino che già sappiate che quanto proposto è un prodotto unico nel Regno Unito. L'assaggio della campionatura da me presentata ad un pannello di esperti, ha all'inizio, suscitato perplessità per l'aspetto olfattivo che hanno trovato molto inusuale. Ciò detto abbiamo trovato che il vino una volta ossigenato (strano per un bianco) trova la propria espressione e personalità. Sono state quindi rilevate piacevoli ed intense note floreali.”

    La gentile sommelier ha quindi deciso di inserire il Nobile Tola all’interno di una degustazione guidata tenuta da uno dei più affermati sommelier inglesi e riservata a giornalisti ed esperti del settore. L’iniziativa si terrà a Londra entro primavera 2013 ed è dedicata ad alcune varietà autoctone italiane. Ci sarà uno spazio specifico per l’Alvarega con 50 degustatori e giornalisti specializzati.

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  13. Due inviti per l’Alvarega di Ozieri a Savona e nell’isola greca di Santorini.

    L’Alvarega di Ozieri è stata invitata a partecipare al primo concorso per vini rari italiani indetto dalla Camera di Commercio di Savona. La manifestazione organizzata con il Comune di Finale Ligure, l'associazione culturale Circolo degli Inquieti e l'ONAV è denominata "Vini Inquieti", è in programma dal 31 maggio al 2 giugno nel prestigioso complesso monumentale dei chiostri di S.Caterina in Finale Ligure Borgo.
    Altro invito ufficiale è stato inviato per la partecipazione del Nobile Tola a “ISLE2013 Heritage Wine Exhibition”. L’1 e il 2 giugno si svolge nell’isola grega di Santorini la rassegna internazionale di vini provenienti da vitigni autoctoni coltivati nelle isole europee. Sono presenti vini provenienti dall’Italia (Sicilia, Sardegna), Malta, Francia (Corsica), Spagna (Ibiza, Maiorca), Isole Canarie, Madeira, Cipro, Turchia (Tenedo) Croazia (Hvar) e nelle isole greche (mar Egeo, Ionio e Creta). Si svolge nell'isola di Santorini, luogo di produzione esclusiva di vitigni autoctoni dove il vino è un esempio tipico di ciò che desidera il consumatore moderno.

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  14. DALLA RIVISTA LaVINIum - rivista di cultura e vino

    NOBILE TOLA
    Ho sempre pensato che il vino chiama la musica (e molte altre cose ma per ora accontentiamoci...), è per questa ragione che non di rado quando apro una bottiglia il lettore cd è in funzione con qualche pezzo che mi aggrada particolarmente.
    Così, mentre osservo nel calice il Nobile Tola, una chicca enologica, le mie orecchie sono piacevolmente confortate dal brano "I Hear A Rapsody" eseguito nientemeno che da Chick Corea, Miroslav Vitous e Roy Haynes nel settembre del 1984, chi è appassionato di jazz sa bene che ho citato tre mostri sacri ai rispettivi strumenti: piano, basso e batteria. Ma tornando al questo bianco sardo che più sardo non si può, nasce nel 2003 dal sodalizio fra un gruppo di viticoltori ed amatori che hanno recuperato presso le vigne più antiche della zona di Ozieri, le ultime marze di una varietà data ormai per scomparsa, l'alvarega.
    Con esse hanno impiantato un nuovo vigneto e dato vita a questo particolarissimo vino. L'alvarega era già citata dall'ampelografo Alberto Cara nel 1889, che la descriveva come "Bianca greca: varietà di vite ad uva bianca dagli acini rotondi, segnatamente in Ozieri". Ed eccolo qui, che si crogiola nei riflessi d'oro, dal profumo intenso di albicocca parzialmente disidratata, di melone invernale, interessanti riverberi di crosta di pane, leggera mandorla, chiusura di piccoli agrumi appena maturi.
    Portato alle labbra sviluppa velocemente un gusto agrumato fine, ammorbidito dall'alcol, l'acidità gli dona un carattere equilibrato e dinamico, la persistenza aromatica è notevole e la sensazione generale è quella classica dei vini isolani, dove sole, mare e terra creano un patrimonio espressivo inimitabile. A tavola? Bigné all'aragosta, linguine all'astice, spaghetti al sugo di granseola, zuppa di frutti di mare, seppie ripiene, formaggi mediamente stagionati rigorosamente sardi.

    Roberto Giuliani

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  15. Profumi di Alvarega nella notte bianca de Su Trinta ‘e Sant’Andria 2014

    Pur nella straripante presenza di folla che ha invaso il centro storico di Ozieri sabato 29 novembre, in occasione della notte bianca de Su Trinta ‘e Sant’Andria, i tanti ospiti della cantina aperta dall’Associazione Alvarega, nel palazzo Tola, dove ha avuto i natali l’autore dell’inno sardo Francesco Ignazio Mannu, hanno potuto sentire aromi e profumi del nuovo Alvarega 2014.

    Vino non ancora maturo, con il carattere giovanile, ma dai sentori già indirizzati verso l’elicriso e l’albicocca. La mineralità e la sapidità sono parsi in equilibrio con un’adeguata acidità, lasciando in bocca una piacevole persistenza. La giovane Alvarega ha piacevolmente colpito molti ospiti che sono tornati per più di un bis,nonostante la ressa e la grande offerta di vini delle 30 cantine aperte.

    Molto apprezzato anche il più completo e complesso Nobile Tola 2013. Fra i nuovi estimatori: docenti di Agraria, sommellier e ristoratori provenienti da ogni parte dell’Isola. L’Alvarega di Ozieri si è ben sposata con le proposte gastronomiche della cantina: agnello all’alvarega e olive, pane a fittas all’alvarega, greviera, porchetta e salumi vari. In chiusura è andato letteralmente a ruba il sorbetto all’alvarega, considerata anche la serata calda. Stupiti gli ospiti anche dalle fresche bollicine del Redagliadu Brut. Un esperimento che il primo anno ha già meravigliato tutti.

    Bos aisettamus a s’atter’annu, …si Deu cheret !

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  16. LA RICERCA SULL’ALVAREGA DI OZIERI PRESENTATA A VILLASOR NELL’AMBITO DEL PROGETTO AKINAS.

    Presentato il 3 marzo da Agris il progetto AKINAS dedicato alla riscoperta e caratterizzazione dei vitigni sardi autoctoni minori. L’iniziativa del Centro sperimentale di Villasor nasce nell’ambito di un programma più ampio in favore della difesa della biodiversità viticola della Sardegna.

    Durante l’incontro il coordinatore del progetto, il ricercatore Gianni Lovicu, ha fatto un quadro sulle varietà più rare che si sta cercando di identificare in tutto il territorio isolano. I ricercatori Fabio Tore, Franco Fronteddu, Maria Pia Rigoldi, Luciano De Pau, Onofrio Graviano, Fabio Piras, hanno illustrato diversi aspetti dei vitigni studiati quali la caratterizzazione genetica, la resistenza alla siccità, il profilo sensoriale.

    FRA LE RICERCHE PRESENTATE HA OVVIAMENTE AVUTO UNO SPAZIO DI PRIMO PIANO IL PROGETTO DI RICERCA SULL’ALVAREGA DI OZIERI. Gli studi sull’Alvarega sono infatti in uno stadio molto avanzato essendo iniziati da oltre 10 anni e ora si è giunti alla fase conclusiva che si spera possa portare finalmente alla certificazione con l’inclusione nel registro nazionale ed europeo dei vitigigni. Nel frattempo infatti le norme europee si sono fatte più rigide e complesse, comportando anche una indagine sulla caratterizzazione genetica.

    La certificazione rappresenta un passo fondamentale per la valorizzazione dell’Alvarega e più in generale della produzione enolgica del territorio di Ozieri. Va considerato infatti che ancora oggi, non essendo riconosciuta, l’Alvarega non può essere coltivata e non può ancora avere etichette dedicate.

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  17. Tratto da “Le strade del Vino” 7 luglio 2015
    AUTOCTONI SARDI MINORI, PERLE ENOLOGICHE.
    La biodiversità è una risorsa economica concreta per l'Isola. La sperimentazione sui vitigni coinvolge nel lavoro di ricerca le principali istituzioni scientifiche pubbliche e private della Sardegna. Un territorio che consente produzioni vitivinicole peculiari, spesso di nicchia grazie alla biodiversità viticola e all’acquisizione di nuove informazioni che potranno portare all’iscrizione al Registro Nazionale di diverse varietà minori. Il vigneto è parte integrante del paesaggio e ha sempre svolto un ruolo importante nell'economia agricola sarda. Di recente i nuovi reperti archeologici rinvenuti in alcuni siti nuragici hanno svelato la presenza di attività enologiche già in epoca nuragica e definiscono l’importante ruolo svolto dalla Sardegna nella coltivazione della vite come pianta indigena. Né consegue che i popoli sopraggiunti non portarono tanto il ceppo, bensì l'arte dell'innesto con nuove tecniche di produzione e di conservazione del vino.
    Una ricerca avviata di recente da Agris Sardegna si prefigge di studiare e recuperare i vitigni sardi rari come: Monica Bianca , Lacconargiu, Licronaxiu. Ancora, Bovali mannu, Niedda manna, Girò, Nieddu polchinu e Pansale. Sono solo alcuni degli oltre 150 vitigni autoctoni minori della regione fino ad oggi poco valorizzati. I primi studi sono promettenti e ci dicono che in futuro saranno utilizzati per dare personalità a vini di grande blasone o saranno valorizzati come monovitigno . Alcuni sono stati individuati come il Nigheddu presorju per dare colore, la Monica bianca per apportare sentori fruttati, tropicali e floreali ai vini bianchi,….. L’ALVAREGA, VARIETÀ COLTIVATA AD OZIERI, VINIFICATA IN PUREZZA PER DARE UN ECCELLENTE VINO BIANCO.
    Questi vitigni mostrano interessanti caratteristiche organolettiche soprattutto di tipo olfattivo. Queste uve potrebbero in futuro essere usate al posto delle varietà internazionali per imprimere un’ulteriore connotazione territoriale e per dare personalità alle produzioni classiche. Proprio perché in questi ultimi decenni, è cresciuta la consapevolezza dell’importanza della conservazione e della valorizzazione dell’autoctono. I notevoli progressi compiuti dalla biologia molecolare, hanno reso disponibili nuovi strumenti per l’identificazione varietale della vite.

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  18. BUONA VENDEMMIA PER L’ANTICO VITIGNO ALVAREGA DI OZIERI. NONOSTANTE IL LUNGO PERIODO SICCITOSO, LA PRODUZIONE È STATA DISCRETA E CON INTERESSANTI ESCURSIONI TERMICHE NELL’ULTIMO PERIODO. PRESUPPOSTI CHE FANNO SPERARE IN UNA OTTIMA QUALITÀ PER IL NOBILE TOLA 2015.

    SECONDO ANNO DI SPERIMENTAZIONE DEL REDAGLIADU BRUT.

    Dal punto di vista quantitativo la vendemmia 2015 per l’Alvarega di Ozieri può dirsi complessivamente positiva. Nonostante il lungo periodo siccitoso, nella vigna del Nobile Tola non si è fatto comunque ricorso all’irrigazione. Solo in alcuni filari si è riscontrato un ridotto accrescimento degli acini. Da registrare nell’ultimo periodo antecedente la vendemmia il protrarsi di importanti escursioni termiche notturne. Fattore che aggiunto alla limitata produzione a pianta, fanno sperare in una ottima annata per il Nobile Tola 2015. Confermata la scelta di utilizzare solo lieviti dell’Alvarega selezionati in vigna e di non ricorrere alla tecnica della criomacerazione. Lo spirito infatti rimane quello di rispettare e valorizzare al massimo le caratteristiche dell’antico vitigno Alvarega di Ozieri. Anche per il Redagliadu si è registrata una buona vendemmia. Per questa cultivar per il secondo anno si è proceduto alla selezione delle uve per la sperimentazione di un brut con il metodo champenoise.

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  19. NOBILE TOLA INTERESSANTE E CARATTERISTICO SECONDO ANDREW JEFFORD, UNO DEI PIU’ GRANDI WINE WRITERS MONDIALI. Promuovere i vitigni autoctoni della Sardegna per far conoscere e valorizzare il territorio. Parte da qui l’idea dell’associazione “Young Sardinia” di Cagliari che ai primi di aprile 2016 ha organizzato il “Press International Tour”, un percorso di degustazione che ha coinvolto due giornalisti di fama mondiale specializzati nel settore enologico: l’olandese Paul Balke e la prestigiosa firma di “Decanter”, l'inglese Andrew Jefford. I due hanno detto di essere rimasti particolarmente colpiti dall’originalità del Nobile Tola e le caratteristiche dell’Alvarega. In particolare Andrew Jefford uno dei più grandi wine writers mondiali, dopo la mattina ad assaggiare vini bianchi della Gallura, ha commentato su Nobile Tola annata 2015 : "E' un vino molto caratteristico e diverso da tutti quelli che ho assaggiato. Profumi interessanti e sapidità. Ci sono altre parti nel mondo dove è presente?". Le analisi effettuate sul Dna dell’Alvarega dicono che si tratta di un antico vitigno e unico.

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  20. PROMOZIONE DEI VITIGNI DELLE COLLINE DI OZIERI PRESSO STRUTTURE ALBERGHIERE. Presso un resort di Villasimius sono stati raccontati i vitigni Alvarega e Redagliadu di Ozieri. Descritta la storia e il percorso di valorizzazione di questi due vitigni tipici delle colline di Ozieri, “unicum” dell’Isola di Sardegna. La platea attenta era composta da una trentina fra sommelier, barman, maitre e camerieri in servizio nella grande struttura albergiera. L'idea è quella di informare gli operatori per trasferire ai clienti la giusta informazione sulle caratteristiche tipiche ed uniche dei vitigni minori sardi e promuoverne la giusta valorizzazione e gli abbinamenti alle pietanze più interessanti. Gli operatori hanno dimostrato di apprezzare la descrizione ed il racconto sulla tradizione enolgica delle colline ozieresi.

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